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Videoterapia

 

La scelta di questo strumento come mediatore nella relazione d’aiuto e di crescita delle persone, tiene in considerazione quanto il video sia diventato un mezzo di comunicazione centrale nell’epoca in cui viviamo. Numerosi discorsi sono già stati sufficientemente approfonditi sulla centralità delle immagini in movimento nella nostra vita quotidiana e non sono qui a parlarne. Non si può, però non notare a quanti stimoli audiovisivi siamo sottoposti ogni giorno: pubblicità ormai presente anche sui mezzi pubblici, sui cartelli in mezzo alla strada, nelle farmacie, su internet, e ovviamente la televisione ma anche i telefonini. Numerosi strumenti che ci forniscono immagini preconfezionate e ben strutturate alle quali assistiamo passivamente. Per questo motivo parlerò di utilizzo del video come strumento attivo, ovvero l’ideazione, costruzione e realizzazione di una storia per immagini.

 

Il video come strumento attivo

Le nuove tecnologie ci permettono di partecipare al processo di creazione di un video pur non essendo degli esperti. Si riesce a creare filmati di media-alta qualità anche con strumenti non professionali e con l’assistenza e il supporto di un facilitatore.

L’utilizzo del video come strumento attivo, ribalta i ruoli a cui siamo soliti sottostare, non più spettatori ma creatori e realizzatori del proprio immaginario.Questo cambio di prospettiva allarga le possibilità delle persone rendendole maggiormente consapevoli della propria creatività, permettendo loro di assumersi la responsabilità di immagini da essi create attraverso un’attività divertente e piacevole.

Permette di dare attenzione ad una parte della realtà e chiedere alle persone di dargli un senso. Il linguaggio cinematografico è uno strumento di creazione. La potenzialità di questo strumento utilizzato in modo attivo è sicuramente molto ampia e dipende dallo scopo che si ha nel proporre un’attività di questo genere.

Rivedersi

Un ulteriore aspetto positivo e di analisi dell’uso del video in modo attivo è la possibilità di rivedersi.

Esso, infatti permette un incontro immediato tra la persona e la propria immagine in movimento. Chi di noi non è rimasto attratto e affascinato dal vedere la propria immagine in un video, incuriosito oppure a disagio nel rivedersi anche di sfuggita? Molte persone provano disagio a rivedere la propria immagine, giudicano il loro modo di muoversi, il loro viso e ogni dettaglio che riescono a notare. Talvolta l’incontro con se stessi è piacevole, si scoprono dettagli e modalità comunicative efficaci, caratteristiche che mai avremmo ammesso di possedere se non le avessimo viste in video, se non avessimo visto proprio noi stessi agirle.

Alcune modalità di utilizzo del video:

Utilizzo il video come mediatore nella relazione d’aiuto sia negli incontri individuali sia in quelli di gruppo.
Le modalità sono differenti proprio perchè sono differenti gli scopi per i quali vengono utilizzati.

  • Incontri di gruppo: la co-costruzione dell’immagine

 

- Adulti

 

Il video in gruppo è uno strumento creativo che permette alle persone di conoscersi in una modalità differente a quella alla quale sono abituati, stimola le persone a mettere in gioco le proprie risorse. Ovviamente evoca anche conflitti e difficoltà di relazione che però, una volta affrontati, permettono di scoprire la ricchezza che un lavoro frutto della collaborazione con gli altri offre. Non molti sono abituati a condividere e a partecipare ad un processo creativo di gruppo, lo ritengono un’attività individuale che solo pochi “creativi” possono svolgere. Eppure la creazione di un film è frutto del lavoro di una equipe, perciò per quelle ore ci si trasforma in una troupe cinematografica.

Un momento di costruzione della storia

La costruzione della storia

 

Per tale motivo propongo alle persone di partire da un’idea, inizialmente individuale, metterla in comune e co-costruire una storia a partire da essa.

 

Ad un certo punto del lavoro chiedo loro di osservarsi nel momento in cui stanno lavorando insieme agli altri: che dinamiche si sono innescate? Che ruolo stanno assumendo in quel momento? Cosa stanno facendo o non stanno facendo per far progredire il lavoro? Cosa potrebbero fare di diverso?

 

Il mio ruolo è perciò quello di stimolare le persone a relazionarsi tra loro, a cambiare modalità nell’incontro con l’altro semplicemente sperimentando e vedendo dove questo modo le porta.

Il processo di creazione perciò è attraversato da un continuo filo di consapevolezza tra ciò che sto costruendo e la mia modalità nel farlo, questo stimolo, che propongo, rende le persone responsabili di ciò che stanno mettendo in atto.

 

La scelta degli attori, della location e le riprese

 

In questa fase si può far sperimentare al gruppo differenti modalità di scelta, ci si possono dividere i ruoli e affidarsi ad essi oppure decidere il tutto nel gruppo. Anche in questa fase decisionale è interessante spingere le persone ad essere consapevoli di quanto stanno mettendo in gioco, di quanto sono soddisfatte o meno del loro modo di interagire. Spesso i ruoli vengono assegnati dal gruppo che riconosce le differenti competenze valorizzandole, talvolta il mio aiuto si inserisce in questo momento per facilitare le persone nell’organizzazione delle attività. Una volta assegnati i ruoli e decise le scene da girare si iniziano le riprese vere e proprie e si fanno le prove.

Il tempo 

Il tempo è strumento efficace per il mio lavoro. Quando propongo questo lavoro alcuni mi dicono che non c’è abbastanza tempo. È vero, il tempo per alcuni non è mai abbastanza, ovviamente se si ha in mente una produzione cinematografica il tempo che propongo è ridicolo, ma non è questo il nostro obiettivo. Per questa modalità di lavoro avere dei tempi ristretti permette alle persone di focalizzarsi sull’obiettivo, eliminando discussioni e divagazioni che portano fuori dal processo. In questo senso perciò il tempo è utile perché da un ritmo alle attività del gruppo.

Il montaggio e la visione

 

Questa fase è dedicata alla scelta del materiale che si vuole utilizzare nel video. Se all’interno del gruppo nessuno sa utilizzare programmi di montaggio il gruppo è affiancato da me ed il mio ruolo è quello di facilitare la costruzione della storia proponendo possibilità e lasciando decidere loro. Solitamente le persone hanno già in mente un linguaggio cinematografico, probabilmente perché l’essere sottoposti a continui messaggi video ci rende “esperti” anche se non ne siamo consapevoli di scene alternate (montaggio alternato), dissolvenze e musiche. Lentamente il video prende forma e si inizia a

 

-       Adolescenti

Con gli adolescenti il processo è lo stesso anche se il tempo nel quale può venire proposto è leggermente di più. Nella mia esperienza con ragazzi dai 10 ai 18 anni ho notato una grande difficoltà a relazionarsi in gruppo, tale, talvolta da rendere proprio questo problema il fulcro del mio lavoro di mediazione. Il video in questo senso permette anche di fare in modo che tutta la fatica e i conflitti che si vengono a creare in un gruppo di adolescenti e preadolescenti sia ricompensata nel momento in cui si trovano a rivedere il prodotto che hanno creato e che ognuno a contribuito a creare. Mia cura è infatti, fare in modo che i ragazzi abbiano la possibilità di riconoscersi, se pur con difficoltà, in almeno un elemento del video. Questo è reso possibile dal fatto che il lavoro di creazione viene realizzato alternando i ruoli in modo che tutti abbiano la possibilità di sperimentarsi in differenti modalità: come registi, attori, sceneggiatori, ciakkisti etc…

 

 

  • Incontri individuali

 

Nella relazione individuale si può utilizzare il video in molti modi: usando la telecamera durante la seduta per poi mostrare le immagini in un secondo momento dando la possibilitá alla persona di rivedersi dopo un certo periodo e di lavorare sulle emozioni che emergono via via; chiedendo alla persona di videregistrarsi fuori dalle sedute per poi lavorare in seduta su quelle riprese.

Il video permette di creare una buona distanza tra se stessi e l’immagine e di lavorare su questa discrepanza temporale per poter integrare aspetti della propria personalitá e per approfondire la consapevolezza di alcune modalitá relazionali.

 

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